No! Produce danni a carico di vari organi e i danni determinati dall’ipertensione possono derivare sia dalla vasocostrizione che dalla degenerazione della parete delle arterie e delle arteriole. E gli effetti dei danni prodotti sulle arterie possono esitare sia in quadri clinici acuti ed allarmanti sia in quadri clinici che non sono allarmanti come quelli acuti ma non per questo di minore gravità.
Tra i quadri clinici acuti principali ricordiamo:
- Ictus cerebrale (da emorragia, da embolia o da trombosi) che può portare a morte in poco tempo o che può dare disturbi della parola e paralisi di una arto o di una intera metà de corpo costringendo a passare il resto della propria vita su una sedia a rotelle.
- Angina o infarto del miocardio secondarie all’alterazione ateromasica delle arterie coronarie.
- Edema polmonare acuto: è un quadro drammatico caratterizzato da una dispnea (affanno) intensa, da colorito cianotico (violaceo) della cute e delle mucose visibili e da schiuma rossastra , tinta di sangue, che fuoriesce dalla bocca. Anche l’edema polmonare, se non si interviene con cure tempestive ed adeguate, può portare rapidamente a morte l’ammalato.
- Rottura di aneurismi: gli aneurismi sono come bolle che si formano sulla parete delle arterie proprio come le bolle che si formano sulla parete degli pneumatici delle vostre automobili. Rappresentano dei punti di minor resistenza della parete arteriosa e, per un improvviso rialzo della PA, possono rompersi dando origine a catastrofiche emorragie. Più spesso però si rompono le lamine più interne della parete arteriosa e il sangue comincia ad infiltrarsi tra le pareti interne e quelle medie ed esterne del vaso dando origine alla dissezione arteriosa. Nelle persone ipertese che hanno superato i 50 – 60 anni sono relativamente frequenti i casi di dissezione aortica, sia del tratto addominale che toracico. Dalla dissezione alla rottura completa della parete arteriosa possono passare ore, giorni o mesi. Talora però, tenendo bassa la PA, la dissezione può diventare “cronica” perché il sangue che si è infiltrato entro le pareti delle arterie coagula e forma una specie di tappo che per un tempo più o meno lungo evita la rottura.
- Emorragia retinica per rottura dei vasi della retina dell’occhio. In fenomeno può portare all’amaurosi (cecità) dell’occhio colpito.
- Insufficienza renale. La nefrosclerosi arteriolare ipertensiva inizia quando l'ipertensione (cronica) prolungata provoca un danno ai tessuti renali, inclusi i capillari, i glomeruli, i tubuli renali e i tessuti interstiziali. Di conseguenza, si instaura un'insufficienza renale cronica progressiva. L’insufficienza renale può essere determinata dalla ipertensione ma, in alcuni casi, è l’insufficienza renale a causare ipertensione. Dunque l’insufficienza renale può essere causa o effetto dell’ipertensione. Ma di questo parleremo in altro capitolo.
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