E’ la forma di ipertensione più comune e corrisponde al 95% circa di tutte le forme di ipertensione. Viene detta essenziale perché non si riesce a identificare nessuna causa certa, almeno per il momento; ma sono in corso numerosi studi sulle possibili cause genetiche di queste forme di ipertensione che probabilmente ci daranno, nel giro di pochi anni, più risposte di quante ce ne potremmo attendere. Benchè non sia possibile parlare di cause, si conosce però abbastanza sui meccanismi che danno origine alla ipertensione e cioè sulla sua patogenesi.
Alcuni fattori sono senz’altro importanti per la comparsa o per favorire la manifestazione di una ipertensione latente:
Fattori genetici: Più della metà dei pazienti ipertesi hanno parenti di primo gradoaffetti da ipertensione e nelle cellule di alcuni animali come il rattosono stati identificati dei geni capaci di sviluppare ipertensione magli studi sono ancora in corso perché tutti i geni identificati possono essere presenti insieme o separatamente per dare origine a forme di ipertensione di gravità variabile.Dagli studi genetici, comunque, ci si aspetta molto per la lotta globale alla ipertensione.
Peraltro è noto che fattori genetici condizionano la comparsa di diversi tipi di dislipidemie e cioè dei grassi (colesterolo, trigliceridi, fosfolipidi) e delle proteine che trasportano tutti questi grassi (apoA, apo B, apo C, apo E ecc)
Fattori ambientali:
Consumo di sale: per verificare se è vero che c’è una relazione tra il sale introdotto con la dieta e l’ipertensione è stato fatto uno studio (che si chiama studio INTERSALT) coinvolgendo 10.000 uomini e donne di 52 nazioni diverse. Il risultato è che c’è una debole relazione tra sale e ipertensione, relazione comunque inferiore rispetto a quella che ci si aspettava.
Obesità: lo stesso studio INTERSALT ha trovato una relazione significativa tra l’ipertensione e il peso corporeo. In uno studio fatto negli Stati Uniti d’America su 40.000 donne, il peso corporeo, l’età e il consumo di alcool risultarono i più forti predittori di ipertensione arteriosa (Ascherio e coll. 1996). L’obesità determina anche una particolare resistenza all’insulina che, per vincere questa resistenza, aumenta la sua presenza in circolo innescando una serie di meccanismi che a loro volta contribuiscono ad elevare i valori pressori. L’insulina di per sé ha una azione vasodilatatrice ma stimola, contemporaneamente, la liberazione di adrenalina e noradrenalina che producono vasocostrizione e ipertensione e, nei soggetti obesi e nei diabetici di tipo II, l’azione di queste sostanze prevale sull’azione vasodilatatrice dell’insulina. L’iperinsulinemia e cioè l’eccessiva quantità di insulina in circolo stimola, inoltre, la proliferazione delle cellule muscolari dei vasi sanguigni e la ritenzione di sodio; e queste due azioni contribuiscono ad aumentare le resistenze periferiche e, in ultima analisi, la PA.
Consumo di alcool: esiste una stretta relazione tra consumo dialcool e sviluppo dell’ipertensione con il passare degli anni.
Stress: molti medici ritengono che vi sia stretta relazione tra stress e ipertensione arteriosa. Lo studioso Timio, con un lavoro del 1988, ha studiato il comportamento della pressione arteriosa in suore di clausura e in donne di età equivalente che vivono nel mondo esterno e ha notato che, nel corso di venti anni, la PA rimaneva normale nelle suore di clausura mentre aumentava nelle donne del mondo esterno proporzionalmente all’età. Gli studiosi Cobb e Rosenel 1973 hanno studiato il comportamento (nei riguardi dell’ipertensione) di un gruppo di controllori del traffico aereo e hanno notato che i controllori di volo erano colpiti da ipertensione cinque volte di più rispetto a un gruppo di piloti dilettanti. A parità di peso corporeo e di età le persone che vivono nelle classi sociali inferiori e i neri d’America sono affetti da ipertensione più frequentemente rispetto ai soggetti delle classi sociali più abbienti o ai bianchi d’America e questo è stato attribuito alla insoddisfazione e allo stato di tensione sociale in cui gli appartenenti alle classi meno abbienti sono costretti a vivere.
Età e sesso: Nei paesi civilizzati la pressione arteriosa media aumenta con l’età. Tra i 30 e i 50 anni è più facile trovare aumentati i valori della pressione diastolica. Dopo i 50 anni la pressione diastolica tende a scendere o a normalizzarsi mentre tende ad aumentare la pressione sistolica (ipertensione arteriosa sistolica isolata) e questo aumento è più marcato nelle donne.
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